mercoledì 29 agosto 2012

Le belle della notte

Un film di 60 anni fa: Le belle della notte. Renoir. Un Renoir minore ma fantastico. 1952. Allora  si andava al cineclub   Rénoir era un regista di culto e quando hai 20 anni e  fai parte di un circolo cultural-snob il regista di culto lo apprezzi. Ora non ricordo quali film vidi allora, forse La carrozza d'oro, ma non vorrei che la memoria mi ingannasse, Oggi non vado più al cineclub (non so nemmeno se ne esistano ancora) e i film li vedo soprattutto alla televisione quando per caso ci intoppo, perché non guardo mai la programmazione. Ma improvvisamente, al pomeriggio,  capita di vedere un fotogramma ed ecco il film buono. Ed ecco un Rénoir che 60 anni dopo apprezzi, anzi te lo godi nella sua ironia, nella sua gentilezza, nella recitazione garbata dei suoi attori che non erano idoli planetari, ma bravi, adorabili, indimenticabili. Gerard Philippe per dirne uno, un attore che avrebbe potuto dare molto di più se la morte non lo avesse stroncato ancora giovane.

giovedì 9 agosto 2012

Lily Langtry

In un film di cui non ricordo il titolo Lily Langtry era il sogno di un vecchio cow boy che aspetta da una vita di vedere dal vivo questa bellissima ballerina. Non ricordo praticamente niente di quel film, solo il nome di quel sogno...e non so perché. Ora so che Lily langtry è veramente esistita, che era veramente una donna bellissima, amante del Principe di Galles Albert Edward, futuro de d'Inghilterra col nome di Edoardo VII, ,del Principe di Battenberg e di tanti altri, tutti molto importanti. E sì, perché Lily, oltre ad essere bellissima era anche intelligente furba abile e sicuramente sexy.Suo padre era un pastore anglicano, gran seduttore, affascinante e donnaiolo...e buon sangue non mente. Lei nacque nel 1853 nell'isola di Jersey, situata nel canale della Manica: isola di pescatori naturalmente, di agricoltori e di tessitori. Il tessuto jersey viene da lì. Ammiratissima anche da Oscar Wilde, dal quale ovviamente non poteva pretendere di più. Ma probabilmente fu lui o Sarah Bernhardt a spingerla a far teatro ed ebbe molta fortuna sia in Inghilterra che in America. Naturalmente sposò a vent'anni un ricco proprietario terriero che possedeva anche dei panfili. Ma lei doveva essere una donna molto ambiziosa e la sua bellezza la favorì, ma non fu la sua unica prerogativa. Viaggiò moltissimo  e fu una delle prime donne a fare pubblicità a prodotti di bellezza. Inoltre si mise in affari e  comprò vigneti e cavalli. Una donna in carriera. Numerose carriere. Morì a Montecarlo nel 1929. Non troppo longeva.
Attualmente l'isola di Jersey è un paradiso fiscale per gli inglesi, perché pur essendo sottoposta alla Corona, non fa parte del Regno Unito e fa le leggi che le pare in materia fiscale. E gli Inglesi   evadono le tasse senza andare troppo lontani. Più fortunati degli Italiani che devono accedere a lontani paradisi. E io mi chiedo, non si potrebbe fare della Sicilia un paradiso fiscale e smettere di finanziarla con i soldi dello Stato? Comunque per tornare a Lily...ha tutta la mia ammirazione.

giovedì 19 aprile 2012

Buriana (da burian, vento micidiale di tramontana russo)

Ieri pomeriggio con le amiche del patchwork. C'è stata una buriana eccezionale. Daniela inviperita sembrava la Santanché. La povera Anna P. sotto il bombardamento di Daniela è stata zitta e cheta. Siliana ha ribattuto da par suo poi si è alzata e ha levato il culo. Anna L'ha seguita e di poi anche Laura. Fine della trasmissione. Era tanto che come si dice il fuoco covava sotto la cenere e Daniela ci ha soffiato dentro. Una bella vampata e via...sono volate scintille scoppiettanti. Il terzetto si ritrae. Farà gruppo per conto suo. Con sollievo di tante e rammarico di altre. A me dispiace  assai ma mi aspettavo qualche cosa del genere, perché era tanto che c'erano segni più o meno velati di intolleranza. E d'altra parte come e quando si vive d'amore e d'accordo? 

giovedì 9 febbraio 2012

E vai!

Insomma, come volevasi dimostrare i miei 10 anni di post su Splinder col cavolo che sono stati reindirizzati qui. Solo il nome del blog. Pazienza. Non che fossero opere d'arte ma insomma tante cosine interessanti le avevo scritte. Peccato!  Intanto annoto un evento importante: la seconda nuora se n'è andata. Era stufa, ha lasciato il marito, e chissà cosa vuole. Una seconda vita? Una seconda giovinezza? Nuove chances sentimentali? La libertà? Da cosa?  Chissà! 

domenica 25 dicembre 2011

La fionda

 Mio figlio ha regalato per Natale al suo (di 13 anni) una magnifica fionda. L'ho provata: si mira alla perfezione. Si ha l'impressione che se ci fosse il sasso o la pallina giusta si colpirebbe il bersaglio con facilità. Ho diretto la fionda verso la mia seconda nuora e ho mirato alla fronte. Bing...eliminata. Poi ho mirato alla prima nuora   (migliore della seconda ma sempre nuora) e bing...eliminata anche lei. Poi ho diretto il tiro verso il marito; mi dispiace, ti voglio bene, ma è la tua ora. Con i figli sono un po' titubante...sono carne della mia carne, sangue del mio sangue e bla bla bla...ho delle resistenze. Ho delle resistenze anche con i nipoti: sono ancora in boccio, belli allegri e affettuosi. So che si guasteranno e diventeranno anche antipatici ma per ora li amo troppo. Allora? Li lascio senza madre? E chi si prende cura di loro anche se spesso non mi piace il come? E come reagiranno loro alla perdita della PERSONA PIU' IMPORTANTE  del mondo? Insomma intravedo delle difficoltà. Tanto più che manca il proiettile, cioè il sasso o la pallina d'acciao o che altro. E allora le richiamo in vita. Rimane il marito. E perché far fuori proprio lui che bene o male è ancora qui accanto a me!?  Con tutte le sue pasticche, con la tossetta insistente, con il cuore stupido che si ritrova... Teniamocelo dunque caro ancora per tutto il tempo che l'Indifferente vorrà concedergli, e ringraziamo ancora una volta Chi ci ha concesso di passare il Natale tutti uniti alla mia tavola. Menu del giorno: pasta al forno con verdure (venuta speciale), cinghiale (cacciato da un amico sui nostri monti) alla cacciatora con olive nere, puré di patate, e un megapanettone artigianale ricoperto di cioccolata croccante (il megapanettone pesa oltre tre kg). Roba da matti!

lunedì 19 dicembre 2011

La mongolfiera

La mongolfiera. E' andata così, che nostri amici da diversi anni vanno ad assistere al lancio di una piccola mongolfiera fabbricata da un giovane appassionato. Questo avviene al Melo, piccola località con un prato e un paio di case non lontano da Cutigliano, Pistoia. Veramente il prato è stato cementato per far posto ad un campo da pallavolo e pallacanestro. In questo spazio of gni 14 agosto si tiene la Sagra del tortello con relativo lancio di mongolfiera. E non mancava l'orchestrina paesana con fisarmonicista pianista e procace cantante con voluminoso capello nero e seducente abito rosso. Il pianista ovviamente suonava la tastiera fornita di vigoroso accompagnamento orchestrale che suonav tutti i ritmi necessari. Amplificatori assordanti. Nell'attesa del lancio bambini con pattini, pallone ecc si divertono come matti sul campo di pallavolo, in caso di necessità tramutabile in pista da ballo. E infatti le danze non si fanno aspettare. Comincia un sessantenne baffuto e rubizzo, in sandali e pantaloncini che si muove con mucho gusto impostando una sequenza di passi che io mi dico subito:scuola di ballo! Gli si affianca una florida bionda con pantaloni bianchi e maglietta splendente d brillantini, anche lei sulla sessantina. Poi pian piano se ne affiancano altri, tutti allegramente anzianotti: tutti in riga eseguono gli stessi passi cadenzati e simmetrici: tre a destra, tre a sinistra, tre in avanti, tre all'indietro, saltello sulla gamba destra, saltello sulla gamba sinistra, pugni chiusi e gomitate all'indietro. E si ricomincia la sequenza. Precisi, concentrati convinti: una trentina di persone. Tutte da scuola di ballo. Una Chorus Line attempata, non particolarmente energica ma vivace. Tutti molto precisi nell'eseguire i passi e le movenze del caso. E la musica cambia, da un cha cha si massa alla rumba, magari anche a una salsa o ad un tango argentino, ma niente paura: la sequenza dei passi non cambia. E il bello è che ognuno balla per conto suo, senza bisogno di contatti superflui. E così anche la signora sui settanta, con pantaloni neri e funerea camicia di pizzo pure nero, può ballare con piccoli passi perfettamente controllati ed enigmatico volto privo di espressione.Balla e sembra che preghi forse per il defunto marito. Mentre il sessantenne baffuto, veramente deliziato, può permettersi movenze vagamente rotatorie e seducenti del bacino.Il rito della mongolfiera per me è stato secondario: questo malinconico pallone che recava la scritta-30- (tanti sono gli anni che il suo devoto costuttore ha dedicato alla sua creatura: 30 anni, 30 mongolfiere,chissà se è riuscito a dedicare 30 anni anche alla moglie!),si è innalzato dolcemente per aria e in dieci minuti, forse nemmeno, è sparito fra le nuvole bianche. Non sto a sottolineare la successiva lunghissima coda per prenotare la cena col tortello. Stamani sono andata a Pieve. Le campane della chiesa chiamavano a messa. Uno scampanellio strano, che non avevo mai sentito. Ma aveva chiaramente un ritmo, un ritmo ballabile.Ed ho capito. Il prete, furbissimo, ha trovato il modo di chiamare i parocchiani a raccolta. E loro, come incantati dal pifferaio magico, si raccolgono sul sagrato, si mettono in riga, e , devota Chorus Line, tre passi a destra, tre passi a sinistra, entrano in sintonia con se stessi e con Dio pronti per la Messa! E vann tutti alla scuola di ballo. Will you dance?
Signora Pacilli, lo sa?, è morto il mio Giorgino. Sapesse che tragedia, non se lo può immaginare! Anche i medici non ci credevano. Va bene che aveva 84 anni, va bene che aveva avuto un infarto, ma non è morto per quello, no. Gli è venuto un malaccio, sa?, allo stomaco... Era una cosina da niente, dicevano, i medici, gli misero un tubicino, ma dopo una settimana era peggio. Gli allungarono il tubicino, ma niente... Era ridotto uno scheletro, il mio Giorgino. E sì che era un bell'uomo. Anche a 84 anni, con tutti i suoi capelli riccioluti, un fisico...che neanche un ragazzino! Senza pancia, muscoloso... insomma non ci crederebbe signora Pacilli, detto fra noi, in confidenza...scusi la crudezza... ma gli si rizzava ancora! Dunque: ci conosciamo da più di vent'anni. Siamo vicine di casa in montagna. Una villetta divisa in tre appartamenti. Tre balconcini delle rispettive camere da letto affiancati sui relativi piccoli giardini. Al mattino in genere era facile incontrarci sui balconcini, in vestaglia, con i guanciali in braccio da appoggiare sulle balaustre al sole. Ai lati io e Carla, scarmigliate e con gli occhi ancora pesti dal sonno recente, lei, Fiorenza, regolarmente con una vaporosa vestaglia di seta a fiori, perfettamente pettinata con riccioli sapientemente laccati e truccata con l'ombretto viola, il rimmel e il rossetto sulle labbra. Si avvertivano perfino i profumi della sua toeletta. Mi ha sempre chiamato Pacilli, col nome del vecchio proprietario della nostra casa e non c'è stato verso di farle cambiare idea. Non ci siamo viste molto in vent'anni, perché loro avevano anche una villa al mare e lei preferiva la vita marinara a qualla montanara. Uno o due giorni a stagione. Signora Pacilli, beata lei che i suoi figlioli sono laureati: il mio non ce l'ha fatta. Ma non è colpa sua, sa!, è colpa della sua moglie che non ha voluto aspettare a sposarsi. E siccome aveva furia lui ha dovuto cominciare a lavorare col suo babbo. Al forno. E' un lavora di sacrificio, sa! Sì cara la mia Fiorenza, le risposi un volta, ma intanto il suo figliolo ha la villa al mare e una megabarca per andare in Sardegna o dove cavolo vuole! Senza contare il palazzo che si è comprato sopra il forno. Ma tant'è, non siamo mai banalmente contenti. Un figlio laureato ai suoi occhi era un sogno perduto. Ora comunque voglio ricordare la prima volta che feci conoscenza con Giorgino e Fiorenza. Era la prima estate che passavamo in montagna nella nostra casetta comprata di fresco. Avevamo già conosciuto i nostri vicini del lato opposto della villetta, ma non si vedevano ancora quelli dell'appartamento centrale. Una notte d'agosto ci svegliò improvviso un rumore strano proprio al di là della parete alla quale si appoggiava il nostro letto, sormontato per inciso da un magnifico arazzo con cigni e pavoni a punto croce ricamato dalla sottoscritta. Non ci raccapezzammo subito, ma poi fu chiarissima la natura del del rumore.Era un cigolio regolare, cadenzato, senza interruzioni: un chiaro cigolio da coito. Scoppiai in una risata e mio marito mi tappò la bocca. Temeva che mi sentissero al di là della parete. Niente paura, scherziamo!, cosa vuoi che sentano con quel maledetto letto sgangherato. Mi è venuto in mente quell'episodio, quando Forenza, in lutto ma ancora sfarzosa nella sua vestaglia di seta a fiori e ancora meravigliosamente pettinata e truccata, procace ottantenne senza età, mi ha detto pensi!!!,gli si rizzava ancora! E io ho stupidamente pensato: chissà quanti letti hanno fuso, beati loro!